Il Sexting dal punto di vista degli adolescenti

Il ‘Sexting’ è lo scambio di messaggi o immagini a sfondo sessuale attraverso Internet o Smartphone.

Il fenomeno del ‘Sexting’ è in preoccupante ascesa e non passa giorno che i media non diano una notizia legata a questo pessima e pericolosqa abitudine, facendo aumentare l’interesse delle istituzioni e dell’opinione pubblica su tale fenomeno.

Strutture educative e genitori non possono esimersi dal cercare di prevenire tale pericoloso fenomeno. Anche dal punto di vista normativo si sta cercando di capire come intervenire in caso di situazioni che vanno dalla creazione alla diffusione di materiale sessuale riguarcante minorenni, anche perchè il sexting non sempre vede coinvolti due minorenni, in molti casi dietro lo schermo dello smartphone o del computer si nasconde un adulto, certamente non ben intenzionato.

Da una recente ricerca condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma su un campione di 6 classi di ragazzi dai 14 ai 17 anni, emerge che:

  • La maggior parte degli intervistati dichiara di conoscere molto bene il fenomeno, anche in considerazione di quanto è diffuso tra molti amici e conoscenti.
  • Il 64% degli intervistati lo ritiene un fenomeno molto diffuso tra i coetanei.
  • Il 26% si dichiara pentito per qualcosa che ha inviato.
  • Alla domanda “Perché i ragazzi fanno sexting” il 68% degli intervistati risponde “per fare colpo”, il 59% ammette che “dietro allo schermo è più facile vincere la timidezza” e il 21% vede il sexting come lo strumento per “entrare in intimità con persone nuove”.
  • Alla domanda “Quanto i giovani comprendono il rischio che il sexting sfoci in un reato punibile dalla legge”, il 98% è consapevole che l’azione di diffusione di foto e video erotici di coetanei costituisca un vero e proprio reato riconoscendo sia l’illecito legato alla violazione della privacy, sia quello legato alla minore età della persona coinvolta. Al 71% dei ragazzi però ‘sfugge’ il reato di detenzione di materiale pedopornografico, pensando che l’atto di salvare questi contenuti non sia da considerarsi un reato.
  • Alla domanda “A chi chiedono aiuto”, il 54% dichiara di rivolgersi ad amici, probabilmente contando sulla riservatezza.

Alla luce di questi risultati non possiamo che essere d’accordo con le conclusioni di chi ha condotto tale ricerca, e cioè che “per proteggere i ragazzi dai rischi della rete, assicurando la maggior tutela possibile di bambini e adolescenti online, l’unica vera soluzione per incidere sul fenomeno pare essere quella di implementare vere azioni di prevenzione coinvolgendo genitori, familiari, insegnanti, professionisti dell’infanzia, con lo scopo di creare una rete di sensibilizzazione al problema e di educazione a un buon uso della rete”.

Da parte nostra aggiungiamo che internet non va demonizzato: va conosciuto. Come ogni potente strumento nasconde moltissime insidie, ma anche altrettante possibilità di utilizzo con fini assolutamente positivi e utili. L’innovazione tecnologica è un fenomeno inarrestabile, così come lo sono i risvolti, spesso negativi, che ogni rivoluzione porta. Vanno focalizzati pregi e difetti di questi strumenti che non vanno temuti, ma conosciuti meglio da genitori e figli, per poterne controllare gli effetti.

Essere genitori non è cosa facile, nell’era digitale diventa particolarmente impegnativo perché ci sono tante novità con cui confrontarsi e ancora poca esperienza a disposizione. Proteggere e dare sicurezza è una missione articolata perché non è chiaro da “chi” o da “cosa” vadano tutelati i nostri figli. E’ importante dare spazio alla comunicazione e all’ascolto.

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