Sarà un virus che ci farà conoscere i nostri figli?!

Stiamo attraversando un periodo molto complesso, fatto di paure, speranze, chiusure reali ed aperture virtuali; se vogliamo uscirne nel modo migliore possibile è necessario che ognuno faccia la sua parte, cambiando alcuni punti di vista, accogliendo quello degli altri, assumendosi nuove responsabilità. Mi riferisco ora nello specifico al mondo dei genitori. Siamo giunti al fatidico febbraio 2020, alle porte di quello che nessuno si sarebbe mai aspettato, una pandemia globale, immersi in una società per lo più individualista, attenta ai “risultati”, ai voti, alla popolarità, alla promozione ed esibizione del proprio “piccolo orticello”.

Questa società è quella creata dagli adulti, non dai ragazzi: sono quei genitori innamorati dei propri figli (molto spesso figli unici), venerati ed esposti come trofei sui social, inondati (forse appesantiti) da aspettative di successo, messi a frequentare qualunque corso pomeridiano disponibile nel raggio di 100 km, immersi in relazioni (e guai mancare a un compleanno) e più amici hanno meglio è! Tutto ciò dalla nascita all’adolescenza. Poi si fa marcia indietro, tutto cambia: nasce la paranoia dell’esterno, si sta attenti a non far frequentare le cattive compagnie, meglio chiusi in camera , pensandoli al sicuro, piuttosto che sbucciarsi le ginocchia nei giardini o nei pochi spazi verdi scampati alla cementificazione. Meglio qualche ora di videogioco o videodirette tik-tok al “sicuro” delle loro camerette e belli puliti piuttosto che chissà in quale pericolosissimo cortile con amici teppisti e vestiti sporchi al rientro per cena… E’ evidente che i metodi repressivi verso l’esterno utilizzati di punto in bianco non avranno alcun effetto. Poi però si comincia a vedere in internet lo spauracchio anti educativo per eccellenza, il nuovo nemico dei genitori (i quali hanno iniziato a pubblicare foto dei loro bambini fin dalla prima ecografia, o ci fanno sapere cosa mangiano a colazione, pranzo e cena).

Ora, invece, che siamo tutti costretti a stare a casa ed utilizzare maggiormente internet la situazione è piuttosto diversa. La Rete ci sta offrendo delle possibilità? Io ho la percezione che possiamo pensare ad internet come una tra le possibilità che abbiamo in questi giorni per relazionarci con io nostri figli e conoscerli un po’ di più. Sto continuando la mia attività clinica in studio, utilizzando per lo più lo strumento delle videochiamate, quindi continuo l’attività terapeutica anche di ragazzi e famigliari di ragazzi e sono proprio loro, i giovani, che mi hanno piacevolmente stupito in queste circostanze.

Alcuni hanno aiutato i loro insegnanti a creare piattaforme virtuali, o migliorarle, per la didattica online, altri hanno creato gruppi virtuali pomeridiani di ginnastica, altri hanno iniziato a mostrare e raccontare le loro camere, la loro intimità, le loro case, le loro famiglie. Alcuni genitori mi descrivono i loro giovani figli come attivi, sereni, propositivi, organizzati a volte anche più di prima. Altri mi hanno riferito che sentendoli parlare di più hanno scoperto cose che non sapevano, guarda caso tutti aspetti interessanti e di cui sono orgogliosi…

Alcuni ragazzi, invece, mi hanno detto che per la prima volta si sono resi conto di quello che è il lavoro dei loro genitori vedendoli in casa per otto ore al computer, in videoconferenze, hanno scoperto cose nuove, da un lato hanno provato ammirazione, dall’altro hanno capito che non è tutto scontato, che il mutuo e la spesa non sono gratis, stanno vedendo anche i limiti e le preoccupazioni dei grandi.

Usiamo questo momento per guardare di più negli occhi i nostri bambini e ragazzi, facciamoci guardare e raccontiamoci di più anche noi grandi, è un tempo prezioso per conoscersi di più, per ascoltare e scoprire. Anche con la Rete: vediamo cosa li interessa, facciamoci insegnare come creare un gruppo di nostro interesse, facciamo insieme a loro un tour virtuale di quello che piace loro, cerchiamo un cantante, una destinazione, uno youtuber, un negozio, un libro, un gioco, qualsiasi cosa va bene se è spunto per chiedere “come mai ti piace? Cosa ti fa provare? Perché? Sai che mi ricorda me quella volta che…”.

In questo momento internet è uno straordinario strumento di lavoro, di virtuale socialità, di conoscenza, di cultura, di studio, è un ponte verso l’esterno, prendiamo a piene mani e godiamoci quello che è dentro casa attraverso esso, perché spesso nella velocità dei nostri giorni fino a febbraio, ci siamo scordati di ascoltare…

 

Sara Monte – Psicologa e Psicoterapeuta professionista a Conegliano e Vittorio Veneto

Tel.: 346 3836359

Sito: https://www.saramonte.it

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