Un ragazzo su 2 si è iscritto a un social network prima dell’età consentita

Telefono Azzurro ha pubblicato una ricerca che misura la dipendenza dei minori dalla Rete e fotografe le scarse competenze digitali dei genitori alle prese con i figli “nativi digitali”. In occasione del Safer Internet Day, che è stato celebrato ieri, Telefono Azzurro ha pubblicato una ricerca che misura la dipendenza dei minori dalla Rete. Un ragazzo su 2 si è iscritto a un social network prima dell’età consentita (13 anni), mentre i genitori non hanno le competenze per badare ai nativi digitali. Dalla ricerca intitolata “Tempo del web. Adolescenti e genitori online“, condotta da SOS Il Telefono Azzurro Onlus in collaborazione con Doxakids, risulta che il 17% dei ragazzi intervistati afferma di non essere in grado di allontanarsi da smartphone e social, un quarto (25%) è sempre connesso, quasi 1 su 2 (45%) è online più volte al giorno, 1 su 5 (21%) si sveglia nel corso della notte, interrompendo il sonno,

per monitorare i messaggi sul proprio cellulare (vamping). Il 78% chatta senza sosta su WhatsApp. Ma ad allarmare è l’abbassamento dell’età di accesso dei ragazzi ai social media: il 48% si è iscritto a Facebook prima dei 13 anni, mentre il 71% ha il primo smartphone in media a 11 anni. Le chiavi di casa di solito sono concesse dopo i 12 anni. Ma anche i genitori non sono coerenti. Il 68% dei genitori usa WhatsApp, il 18% altre chat per comunicare coi figli. Uno su 4 (22%) dichiara di essere affetto da vamping. Ma i genitori non sono in grado di far fronte ai fenomeni più allarmanti: il 71% non sa cosa sia il sexting, il 12% non ha mai sentito parlare di cyber-bullsimo. L’indagine è stata condotta su 600 ragazzi dai 12 ai 18 anni e 600 genitori dai 25 ai 64 anni.

Fonte: itespresso.it

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